E’ nota da sempre l’importanza che i legami sociali rivestono per ciascuno di noi; tutti abbiamo bisogno di entrare con gli altri in relazioni intime, cioè relazioni strette, durature, implicanti vicinanza emotiva, capaci di garantire rispetto, sostegno e comprensione.
L’essere umano per sua natura è un animale sociale, ha bisogno di confrontarsi con gli altri, di sentirsi parte di un gruppo e di entrare in relazione con altre persone. Tuttavia, benché sia assodato che tutti sentiamo questo bisogno e lo ricerchiamo, nella società attuale è sempre più difficile instaurare relazioni; spesso si assiste ad un’ambivalenza tra il desiderio ed il timore di questa esperienza.
Alcune delle ragioni per cui le persone talvolta rifuggono dalle relazioni intime sono da attribuire al timore di fidarsi, di essere abbandonati, di perdere la propria individualità. Se pensiamo alla nostra storia personale ci possiamo facilmente rendere conto del fatto che siamo nati in un mondo di relazioni significative, siamo cresciuti confrontandoci con chi ci stava vicino, abbiamo imparato dal riflesso che le nostre azioni avevano sugli altri, ci siamo definiti riconoscendoci in alcuni aspetti uguali ed in altri diversi dalle persone.
La bassa autostima genera alcune difficoltà nei rapporti amicali: alcune volte timidezza, altre volte aggressività verbale o fisica, altre volte isolamento; in questi casi la paura è non piacere o essere rifiutati per come siamo. Spesso si cerca l’approvazione degli altri attraverso il compiacimento, si nascondono i veri sentimenti, i pensieri, così che le relazioni tendono a basarsi sulla finzione piuttosto che sulla sincerità. Le persone che tendono a sminuirsi ed a presentarsi con un’ immagine negativa di sé, o quelle che hanno un’autostima ipertrofica al punto da mostrarsi come superiori, sono anche quelle che generalmente risultano meno simpatiche agli occhi degli altri; in genere, invece, coloro che vengono maggiormente apprezzati sono quelli che mostrano di avere una buona immagine di sé e che allo stesso tempo sanno riconoscere e sdrammatizzare alcuni loro difetti. Non dimentichiamo, inoltre, che la desiderabilità che suscitiamo nell’altro dipende anche dalla nostra capacità di comprenderlo: se siamo in grado di comprendere i pensieri, i sentimenti e le intenzioni degli altri, ci poniamo anche nelle condizioni di avere un feedback positivo di cui si può nutrire la nostra autostima.
A volte in alcuni rapporti ci si sente tesi, insoddisfatti, poco liberi e spesso si tratta di rapporti poco funzionali, basati su stili relazionali caratterizzati da narcisismo ferito, aggressività, passività, scarsa comunicazione, etc. Le relazioni disfunzionali possono essere così classificate:
Relazioni manipolatorie: uno dei due cerca di fare all’altro cose che soddisfano i suoi bisogni senza dichiararli, ci si aspetta che l’altro sia a disposizione per rispondere alla sua necessità (“Mi aspetto che l’altro lo faccia ed è cattivo se non lo fa”);
Relazioni di invasione dell’altro: esiste una sorta di simbiosi tra le due per cui l’identità di una si confonde con quella dell’altra e ci si aspetta che l’altro si comporti, pensi e senta come se stessi (“E’ proprio come me siamo uguali”);
Relazioni di controllo: uno dei due condiziona, controlla e cerca di gestire la vita dell’altro (“Non mi fido”, “Devi fare come dico io”);
Relazioni di tipo patriarcale: uno dei due assume un ruolo patriarcale, ha un potere che cerca di schiacciare l’altro e non lascia spazio alla creatività (“Sono io che comando e tu devi ubbidire”).
Le frasi riportate tra parentesi generalmente sono messaggi che non vengono verbalizzati, ma il destinatario li percepisce chiaramente attraverso le azioni e gli atteggiamenti dell’altro. La persona con buona autostima ha una maggiore possibilità di avere relazioni soddisfacenti in quanto riesce a far valere i propri e gli altrui diritti, ha fiducia in se stesso e nell’altro, riesce a soddisfare i propri bisogni ed a raggiungere i propri obiettivi anche nel rispetto dell’altra persona.
…. Tu che amica sei?