Ultimamente si sente molto parlare di pannolini lavabili, alternativa a quelli usa e getta (disposable diaper, DD) per tutelare l’ambiente e garantire il benessere dei più piccoli. Ma moltissime mamme non li conoscono, non sanno come funzionano o rinunciano a priori a questa possibilità per svariate perplessità.
Che fare quando arriva il momento del cambio? I residui solidi si tolgono con il velo e i pannolini si chiudono in un secchio. Per evitare odori sgradevoli, sul fondo del secchio si può mettere del bicarbonato di sodio. E per lavarli? Si possono unire agli indumenti bianchi in lavatrice, programmata a una temperatura che arriva ai 60° massimo altrimenti i tessuti perdono capacità di assorbimento. L’importante è non usare troppo detersivo per evitare reazioni allergiche al bimbo ed evitare l’ammorbidente che contiene sostanze cancerogene.
Quali sono le perplessità delle mamme riguardo
Perché usarli? Perché le fibre naturali di cui sono composte le parti interne evitano il surriscaldamento dei genitali e riducono il rischio di irritazioni. Perché il bambino abbandona il pannolino prima in quanto si accorge con maggiore facilità di essere bagnato e questo lo porta a controllarsi e ad utilizzare il vasino.
Perché sono economici: in tre anni una famiglia può spendere 200-800 euro (dipende dai modelli) in pannolini lavabili (ricordo utilizzabili all’infinito quindi anche con un secondo bambino) contro i 1500-2000 euro per gli usa e getta. A quest’ultima somma vanno aggiunti circa 200 euro a tonnellata per le spese di smaltimento. Perché ci aiutano a salvaguardare l’ambiente: per ogni bambino buttiamo circa 5 tonnellate di pannolini usa e getta, che moltiplicate per tutti i bimbi costituiscono il 20% dei rifiuti solidi. Questi pannolini impiegano circa 500 anni per essere riassorbiti dall’ecosistema. Pensiamoci!