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Smettere di fumare aiuta le sane abitudini alimentari

Smettere di fumare non vuol dire per forza ingrassare. A dirlo non sono i medici ma gli economisti. Davide Dragone, dell’università di Bologna, Francesco Manaresi, dottorato all’Alma Mater ed ora ricercatore in Banca d’Italia, e Luca Savorelli – laurea a Bologna, dottorato a Siena, ora alla St. Andrews University, in Scozia – sono i vincitori di una borsa di ricerca dell’Associazione italiana di economia sanitaria finanziata dalla FarmaFactoring Foundation e hanno dimostrato che la riduzione del fumo, seguendo sane politiche salutiste, può essere anche un ottimo modo per perdere peso e combattere così anche l’obesità, altro grande male del nostro tempo.

Il calcolo, completamente matematico, che i tre giovani hanno fatto risponde al confronto tra un generale miglioramento della qualità della dieta e una riduzione del contenuto calorico del cibo consumato in rapporto con l’aumento delle accise sulle sigarette di 10 centesimi di dollaro. Oltre alle accise, anche i regolamenti antifumo hanno influito sulla riduzione del consumo di tabacco.

Lo studio ovviamente riguarda il territorio USA che si basa sui dati dell’agenzia americana Nhanes (il National Health and Nutrition Examination Surveys).

A quanto hanno valutato i tre ricercatori quindi, il divieto di fumo nei locali pubblici, nei ristoranti soprattutto, ha significato un aumento delle cene fuori, una diminuzione del consumo di tabacco e una variazione, in meglio, della qualità del cibo consumata.

Sembra quindi che smettere di fumare diventi un proposito sempre più appetibile, per la salute, per la tasca e adesso anche per la linea!

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