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Il nostro regalo per l’8 marzo… (II parte)

Ed ecco la seconda parte del nostro “regalo” per questa giornata, in cui c’hanno detto e regalato di tutto, meno che un impegno sincero e qualche parola sentita. Per questo, ecco dieci poesie per rispecchiare dieci modi diversi di vedere e interpretare il mondo al femminile. Prevale una lettura al maschile ma non maschilista e, in più di un caso, testi che fanno riferimento al relazione uomo-donna.

  1. A tutte le donne – Alda Merini
  2. Donna – Madre Teresa di Calcutta
  3. Giochi ogni giorno – Pablo Neruda
  4. Il più bello dei mari – Nazim Hikmet
  5. Dal Canto V° Inferno, Paolo e Francesca – Dante Alighieri
  6. Fu un momento – Fernando Pessoa
  7. L’assente – Vinicius de Moraes
  8. Come mi vuoi – Paolo Conte
  9. Unica Rosa – Ivano Fossati
  10. A Silvia – Giacomo Leopardi

1 . A tutte le donne

Fragile, opulenta donna, matrice del paradiso
sei un granello di colpa
anche agli occhi di Dio
malgrado le tue sante guerre
per l’emancipazione.
Spaccarono la tua bellezza
e rimane uno scheletro d’amore
che però grida ancora vendetta
e soltanto tu riesci
ancora a piangere,
poi ti volgi e vedi ancora i tuoi figli,
poi ti volti e non sai ancora dire
e taci meravigliata
e allora diventi grande come la terra
e innalzi il tuo canto d’amore.

2. Donna

Tieni sempre presente che la pelle fa le rughe,

i capelli diventano bianchi,

i giorni si trasformano in anni…

Però ciò che è importante non cambia;

la tua forza e la tua convinzione non hanno età.

Il tuo spirito è a colla di qualsiasi tela di ragno.

Dietro ogni linea di arrivo c’è una linea di partenza.

Dietro ogni successo c’è un’altra delusione.

Fino a quando sei viva, sentiti viva.

Se ti manca ciò che facevi, torna a farlo.

Non vivere di fotografie ingiallite…

insisti anche se tutti si aspettano che abbandoni.

Non lasciare che si arrugginisca il ferro che c’è in te.

Fai in modo che invece che compassione, ti portino rispetto.

Quando a causa degli anni non potrai correre, cammina veloce.

Quando non potrai camminare veloce, cammina.

Quando non potrai camminare, usa il bastone.

Però non trattenerti mai!!!

 

3. Giochi ogni giorno…

Giochi ogni giorno con la luce dell’universo.

Sottile visitatrice, giungi nel fiore e nell’acqua.

Sei più di questa bianca testina che stringo

come un grappolo tra le mie mani ogni giorno.

 

A nessuno rassomigli da che ti amo.

Lasciami stenderti tra le ghirlande gialle.

chi scrive il tuo nome a lettere di fumo tra le stelle del sud?

Ah lascia che ricordi come eri allora, quando ancora non esistevi.

 

Improvvisamente il vento ulula e sbatte la mia finestra chiusa.

Il cielo è una rete colma di pesci cupi.

Qui vengono a finire i venti, tutti.

La pioggia si denuda.

 

Passano fuggendo gli uccelli.

Il vento. Il vento.

Io posso lottare solamente contro la forza degli uomini.

Il temporale solleva in turbine foglie oscure

e scioglie tutte le barche che ieri sera s’ancorarono al cielo.

 

Tu sei qui. Ah tu non fuggi.

Tu mi risponderai fino all’ultimo grido.

Raggomitolati al mio fianco come se avessi paura.

Tuttavia qualche volta corse un’ombra strana nei tuoi occhi.

 

Ora, anche ora, piccola mi rechi caprifogli,

ed hai persino i seni profumati.

Mentre il vento triste galoppa uccidendo farfalle

io ti amo, e la mia gioia morde la tua bocca di susina.

 

Quanto ti sarà costato abituarti a me,

alla mia anima sola e selvaggia, al mio nome che tutti allontanano.

Abbiamo visto ardere tante volte l’astro baciandoci gli occhi

e sulle nostre teste ergersi i crepuscoli in ventagli giranti.

 

Le mie parole piovvero su di te accarezzandoti.

Ho amato da tempo il tuo corpo di madreperla soleggiata.

Ti credo persino padrona dell’universo.

Ti porterò dalle montagne fiori allegri, copihues,

nocciole oscure, e ceste silvestri di baci.

Voglio fare con te

ciò che la primavera fa con i ciliegi.

 

4. Il più bello dei mari

Il più bello dei mari

è quello che non navigammo.

Il più bello dei nostri figli

non è ancora cresciuto.

I più belli dei nostri giorni

non li abbiamo ancora vissuti.

E quello

che vorrei dirti di più bello

non te l’ho ancora detto.

 

5. Dal V° Canto Inferno – Paolo e Francesca

<<Amor, ch’al cor gentil ratto s’apprende

prese costui de la bella persona

che mi fu tolta; e ’l modo ancor m’offende.

Amor, ch’a nullo amato amar perdona,

mi prese del costui piacer sì forte,

che, come vedi, ancor non m’abbandona.

Amor condusse noi ad una morte:

Caina attende chi a vita ci spense».

Queste parole da lor ci fuor porte.

Quand’io intesi quell’anime offense,

china’ il viso e tanto il tenni basso,

fin che ’l poeta mi disse: «Che pense?».

Quando rispuosi, cominciai: «Oh lasso,

quanti dolci pensier, quanto disio

menò costoro al doloroso passo!».

 

6. Fu un momento

Fu un momento

quello in cui posasti

sul mio braccio,

in un movimento

più di stanchezza

che di pensiero,

la tua mano

e la ritirasti.

Sentii o no?

 

Non so. Ma ricordo

e sento ancora

qualche memoria

fissa e corporea

ove posasti

la mano che ebbe

qualche senso

incompreso,

ma tanto lieve! …

 

Tutto questo è nulla:

su una strada però

com’è la vita

c’è molto

d’incompreso…

 

Che so io se quando

la tua mano

sentii posarsi

sul mio braccio,

e un poco, un poco,

sul cuore,

non ci fu un ritmo

nuovo nello spazio?

 

Come se tu,

senza volerlo,

mi toccassi

per dire

qualche mistero,

improvviso ed etereo,

che neppure sapevi

dovesse esistere.

 

7. L’ASSENTE

Amica, infinitamente amica

In qualche posto il tuo cuore batte per me

In qualche posto i tuoi occhi

Si chiudono all’idea dei miei

In qualche posto le tue mani si tendono

I tuoi seni si riempiono di latte, tu svieni e cammini

Come cieca ad incontrarmi…

 

Amica, ultima dolcezza

La tranquillità ha addolcito la mia pelle

E i miei capelli.

Solo il mio ventre ti attende, pieno di radici e ombre.

Vieni, amica

La mia nudità è assoluta

I miei occhi sono specchi per il tuo desiderio

Il mio petto è un tavolo di supplizi

Vieni.

I miei muscoli sono dolci per i tuoi denti

E ruvida è la mia barba.

Vieni a tuffarti in me

Come nel mare,

vieni a nuotare in me come nel mare

vieni ad affogarti in me, amica mia

In me come nel mare.

 

 

8. COME MI VUOI

Come mi vuoi…

Cosa mi dai,

dove mi porti tu …

mi piacerai…

mi capirai.

Sai come prendermi.

 

Dammi un sandwich e un po’ d’indecenza

E una musica turca anche lei

Metti forte che riempia la stanza

D’incantesimi e di spari e petardi eh… come mi vuoi?

… che si sente anche il pullman perduto

una volta lontano da qui

e l’odore di spezie che ha il buio

con noi due dentro il buio abbracciati

eh… come mi vuoi? …

 

9. UNICA ROSA

Rosa,

rosa di una rosa

rosa torturata

rosa amata

Rosa,

rosa ballerina

rosa bambina

Rosa, fiore cantato

Voce sottile

Stella meridiana

Rosa,

rosa colombina

rosa che s’inchina

 

Rosa temuta

Rosa violata

Ombra immaginata

Rosa, sola

Rosa pettinata

 

Profumo

Quando c’è del buono

Campana nel mare

Rosa,

Rosa,

rosa carezzata

povera e ingannata

 

Sorriso e perdono

Rosa respirata

Lontano

 

Mio peso

Mia fortuna

Rosa che è arrivata

Rosa,

barca avvistata

linea di una costa

conosciuta

Rosa

Acqua che ne piove

Su una sola rosa

 

Rosa

Piega dolorosa

Unica rosa.

 

10. A Silvia…
Silvia, rimembri ancora
quel tempo della tua vita mortale,

quando beltà splendea
negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi,
e tu, lieta e pensosa, il limitare
di gioventù salivi?

Sonavan le quiete
stanze, e le vie d’intorno,
al tuo perpetuo canto,
allor che all’opre femminili intenta
sedevi, assai contenta
di quel vago avvenir che in mente avevi.
Era il maggio odoroso: e tu solevi
così menare il giorno.

Io gli studi leggiadri
talor lasciando e le sudate carte,
ove il tempo mio primo
e di me si spendea la miglior parte,
d’in su i veroni del paterno ostello
porgea gli orecchi al suon della tua voce,
ed alla man veloce
che percorrea la faticosa tela.

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