Il presepe, insieme all’albero di Natale, è uno dei simboli più caratteristici del periodo di festa in cui ci troviamo, ed è anche il simbolo più legato alla sfera religiosa.
La parola “praesepium” si è diffusa nel Medioevo e il suo significato originale era “recinto chiuso”, mangiatoia. Le prime rappresentazioni grafiche della natività risalgono al III secolo D.C. e si trovano nel cimitero di Sant’Agnese e nelle catacombe di Pietro e Marcellino e di Domitilla a Roma, in cui vengono rappresentati i momenti della Natività nelle dell’Adorazione dei Magi, i quali vengono chiamati Gaspare, Melchiorre e Baldassarre in base a un vangelo apocrifo armeno.
Anche i doni dei Magi vengono interpretati in riferimento alla duplice natura umana e divina di Gesù: l’incenso, per la sua Divinità, la mirra, per il suo essere uomo, l’oro perché era un dono esclusivo per i Re.
A partire dal IV secolo D.C., la Natività diviene uno dei temi dominanti dell’arte religiosa e dal XIV secolo D.C. molti artisti famosi si lasceranno ispirare da questa, creando affreschi, pitture, sculture, ceramiche, argenti, avori e vetrate che impreziosiranno le chiese e le dimore dei facoltosi committenti di tutta Europa e che ancora oggi possiamo ammirare. Tra gli artisti che hanno dipinto la Natività ricordiamo Giotto, Filippo Lippi, Piero della Francesca, il Perugino, Rembrandt, Poussin, Correggio, Rubens, Lorenzo Lotto, Cranach e il Beato Angelico.