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Sigarette elettroniche: si o no? Partiti i primi divieti

E’ un argomento scottante e anche un business da 90 milioni di euro l’anno: l’avvento delle sigarette elettroniche sta rivoluzionando il mondo dei fumatori, tra pericoli, speranza di smettere e alternative valide.

L’Italia, paese tradizionalista e reticente alle novità, non ha bene accolto il nuovo strumento, e così anche a seguito dei primi incidenti segnalati anche su PinkDNA, sono partiti i primi divieti. E’ Lomazzo, in provincia di Como, ad essere il primo comune a proibire l’uso del surrogato di sigarette più popolare del momento negli uffici pubblici.

Il sindaco leghista Gianni Rusconi ha vietato l’uso della sigaretta a pile negli uffici pubblici, negli asili, nelle scuole, nel Municipio e nella biblioteca comunale, un provvedimento che non ha precedenti normativi, come lui stesso ammette.

A corroborare questa decisione è stato senza dubbio il recente intervento dell’Istituto Superiore della Sanità, che ha posto seri dubbi sull’utilizzo di questo sistema per smettere di fumare, mettendone in dubbio l’efficacia stessa.

Sono molti i Paesi in cui le sigarette elettroniche sono state vietate (Norvegia, Brasile, Turchia, Canada).

Tra questi, figura anche la Cina che tuttavia continua a produrne per l’esportazione! Insomma la questione resta spinosa e si prevede che continui a far parlare di sé.

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