San Valentino è giusto dietro l’angolo e le pasticcerie sono attrezzate da giorni con cioccolatini e dolcetti a forma di cuore, mentre gli speciali sui giornali raccontano dei regali che possiamo desiderare, chiedere o rimpiangere. E come ogni anno da un po’ di tempo a questa parte ci sono anche “anime liberate” che ne approfittano, sull’onda del mercato, per suggerire che questo potrebbe essere il momento giusto per un auto-regalo.
Crescono in modo esponenziale i siti colorati in nero e rosa shocking (perché il colore delle “donne” è il rosa, mentre quello della “trasgressione” è il nero… stereotipi, stereotipi…) che ti spiegano che tenere almeno un vibratore nel cassetto è diventata una cosa salutare. Si sa, è sempre una faccenda di marketing e di mercato. Si crea prima il bisogno e poi il sistema per ovviare. Ma in questo caso almeno si può dire che i sex toys vanno incontro ad un’esigenza più profonda: la conoscenza del corpo femminile, che spesso si limita all’ABC, quanto non agli insegnamenti che ricaviamo dall’esperienza con i nostri partner. Perché non è il vibratore o la paperella o l’ultimo gadget tecnologico che ti procurano da solo il piacere. È sempre la capacità di usarli nel modo giusto per sé, di non percepirli come oggetti estranei, o dal sicuro risultato immediato.
Certo l’eccitazione di sperimentare qualcosa di nuovo aiuta. Ma non risolve. Io per esempio mi trovai a Berlino con un’amica a comprare una confezione di “palline da geisha” senza avere la più pallida idea di come si potessero usare e perché. Così sono rimaste, tristi nel mio cassetto per anni. Fino al momento in cui mi incuriosii e capii che sono legate ad esercizi utili a tonificare un certo muscolo, strettamente correlato all’orgasmo. Esercizi di Kegel si chiamano: inserisci le palline, contrai, trattieni, rilassa. Benedetti loro (gli esercizi) e chi li ha inventati (anche se il fine primo era quello di venire incontro alla signore post-partorienti). Ma di questo e della gran varietà di palline a disposizione potremmo parlare un’altra volta. Per ora solo una pulce nell’orecchio.
Insomma, la faccenda sembrerebbe semplice ma non
Per quanto riguarda poi l’auspicabile sdoganamento del sex toy dal “ben-pensiero” dei ben pensanti e dalle ritrosie pudiche, l’idea sarebbe quella di farlo diventare oggetto comune, addirittura da esposizione. Un sex toy in ogni casa, sulla falsariga di Bill Gates e il suo benedetto PC, e non nascosto colpevolmente sul fondo del cassetto, dietro a pile di asciugamani. Alcuni sono come oggetti di design da tenere sul tavolo del salotto addirittura, o in modo più discreto nella borsetta, considerando la tendenza al pret-a-porter che prende piede anche in questo settore. Anche se io devo ancora conoscere quella donna che improvvisamente estrae dalla tasca un mini_dildo in confezione rosa e abbandona la situazione per dedicarsi ad usarlo come si deve. Ma non si sa mai. Forse quando esce col fidanzato, ecco a questo non avevo pensato.
In ogni modo ecco una rassegna delle sfiziosità in materia, rubate agli speciali di cui sopra. Vorrei poter dire di averli provati tutti per un commento più qualificato, ma non è così. Mi attrezzerò per il prossimo anno.
Dalla paperella alla margherita il passo è breve. Presterò più attenzione ai portachiavi delle amiche da oggi in poi, sappiatelo. Ce n’è uno a forma di innocua margherita la cui parte centrale è perfettamente sagomata per massaggiare efficacemente il clitoride, mentre addirittura i petali si trasformano in “cockring” (non occorre traduzione suppongo, per favore) per lui. Non per niente si chiama Flower Power (su www.my-yoyo.it)
C’è poi tutta la sezione di telecomandi a distanza, che
Per chi però non vuole rinunciare a Manara, ecco che ce lo vediamo uscire dalla porta ma solo per rientrare immediatamente dalla finestra: pare che abbia firmato la versione glam del vibromassaggiatore CryBaby (su www.my-yoyo.it).
Direttamente dal tecnologico a qualcosa di più pop e finalmente da maschio, ecco un “cockring” a forma di labbra. Vibra a lui piace e probabilmente anche a lei.
Io personalmente però preferirei l’Anello Thor. Più da atmosfera forse e con le stesse funzioni. (Lelo)
Infine un bijoux. Per chi come me ama le collane, questa è
Ho deciso, seguo il consiglio delle BettyBooks di Bologna, associazione culturale al femminile dedicata e molto attiva sui temi legati alla consapevolezza del corpo della donna e a tutto ciò che ne consegue, immaginario compreso: voglio aprire un corner SECRET SHOP a casa mia come le dimostratrici di prodotti per la casa e farci un party di vendita! Le BettyBooks vengono, mi aiutano ad allestire, mi spiegano e mi supportano e io per due giorni mi diverto con le amiche. Mi pare un’idea favolosa per cominciare a parlare insieme di queste cose e non solo nei forum.