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Sesso a scuola: lei punita più gravemente di lui. Molto rumore per cosa?

Domenica pomeriggio, tra un tè e un biscotto, momento ideale per leggere i quotidiani e vedere un po’ che succede nel mondo aldilà di quello che rimbalza nei Social Network. Poi ci mettiamo pure che Twitter mi annoia e quindi finisce che mi perdo metà della cronaca universale. Quindi è necessario correre ai ripari per rimanere al passo con i tempi. Corriere della Sera, pagina 23. Titolo: “Sesso a scuola nel bagno dei maschi, la studentessa punita di più del compagno.” Sconcerto. Sgrano gli occhi, pulisco le lenti, rileggo e passo oltre scuotendo la testa. Arrivo al Manifesto e inciampo in “Sesso al Cesso. Si amano a scuola, per la ragazza la punizione è quattro volte tanto” (nota di stile: più brutale e nonchalant il titolo, ma poi trattamento politically correct nel verbo “amarsi”, che avrei trovato più appropriato al settimanale “Confidenze”). Ora non posso non pormi qualche domanda. Non ho Repubblica a portata di mano ma – ovviamente – trovo in rete l’articolo. Stesso tenore del Corriere.

Inutile. Rimango perplessa e più ci penso più le idee si intrigano. Trattasi a mio parere di un bell’argomento che suscita reazioni a “cipolla”, da sfogliare e tagliuzzare con calma e senza lasciarsi distrarre da quelle fastidiose.

Prima domanda: “È normale che i quotidiani nazionali si occupino della ‘pruderie’ sessuale di adolescenti quindicenni?” Se mi ricordo bene – e ne è passato di tempo – quella è un’età nota per ospitare in permanente il Circo Togni degli Ormoni, che galoppano liberi sulla pista, quando non dispongono di sconfinate praterie. In questo caso però la risposta arriva facile facile da sé: lo scandalo sta nella punizione, che l’orrido preside ha decretato. E aggiungerei io, nel come sia venuto a sapere dell’accaduto.

Siamo a Bassano del Grappa, la cronaca riporta anche il nome dell’istituto, ma non mi pare un’informazione rilevante. Non è che stiamo parlando del rifugio di Bin Laden (ora in fondo al mar, con la sirenetta). Comunque, pare che uno studente, aperta la porta del bagno destinato ai bisogni degli esponenti del suo stesso sesso, si sia trovato di fronte ad una coppietta colta in flagrante. E tornato indietro abbia lanciato un amo a cui abbiano abboccato molti pesciolini facendo finire prima la cosa sull’ovvio Facebook (croce e delizia), e poi direttamente alle orecchie al preside. Non voglio sapere cosa abbia a che fare il preside con Facebook, e nemmeno mi pongo il problema del perché e del come. Già ci si sta muovendo su territorio educativo minato come un campo di riso vietnamita in Apocalypse Now. Il direttore di istituto – dicevamo – a quel punto ha decretato: un giorno di sospensione per lui, quattro per lei. Ed è a questo punto che scoppia la bomba atomica, lasciando piovere scorie maschiliste su tutto il creato.

L’aggravante per la ragazza è lo sconfinamento in territorio proibito, come la mela del paradiso terrestre: il bagno maschile. Mentre il giovane, lui no, lui giocava in casa e aveva pure la curva favorevole. Quindi 4 a 1. Interessante discutere e porsi il problema di corsi di educazione sessuale o alla differenza, quando non di sensibilizzazione culturale contro gli stereotipi, per poi trovarsi davanti ad “educatori” come uomini di Neanderthal che ad ogni cambio dell’ora chiedono alla segretaria di porgere loro la clava di Fred Flinstone.

Un assist perfetto per i politici, anzi “le politiche” che non potevano non prendere posizione. Ad esempio la parlamentare Chiara Moroni di Futuro e Libertà (indignata, naturalmente), o l’assessore/a alla Provincia Vincenza Morena Martini che suggerisce invece che se c’è stata disparità di provvedimento allora “vuol dire che si è tenuto conto di altre cose”.

Ma a me resta solo l’ultima domanda, a prescindere da tutto: qualcuno si è chiesto se alla fanciulla avrebbe fatto piacere poi negli anni a venire essere conosciuta e ricordata come “quella che è finita sui giornali nazionali per essere stata beccata nel bagno dei maschi con le dita nel barattolo della marmellata”? E per essere bipartisan come è giusto, lo stesso valga per lui. Nessun nome per carità, ma, siamo seri, il paese è piccolo e la gente mormora. Questo dovrebbe contare più di qualunque recriminazione sessista. E io non sono nemmeno madre, anche se ho un cane e un gatto.

Unico dubbio. Un amico questa sera (egli è un padre molto realista evidentemente) mi ha fatto pensare: i giovani oggi sono di un’altra pasta. Santo Cielo… non ci voglio nemmeno pensare, magari se una cosa così la si mette in Curriculum ci puoi fare anche il Grande Fratello o L’Isola dei Famosi.

Una signorina Silvani bacchettona.

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