I dati Cun (Consiglio universitario nazionale) parlano chiaro: il numero degli iscritti alle università è calato e l’Italia si trova dopo gli Stati Uniti e il Canada con solo il 32% di diplomati interessati a proseguire gli studi. Una percentuale spaventosa dovuta ad una serie di problemi organizzativi.
Il Ministro del Lavoro afferma che in Italia c’è lavoro e che siamo noi giovani a non approfittarne perché cerchiamo un posto fisso inerente al nostro corso di studi. Da disoccupata rispondo: “Come fa un neolaureato a lavorare se gli annunci richiedono esperienza di almeno due anni e nessuno ci fa fare questa esperienza? E perché questi annunci rimangono in standby per mesi senza neanche informare il candidato che il suo cv è stato scartato?” Il discorso è semplice, gli annunci sono una facciata per nascondere la lunga lista di raccomandati che devono avere quel posto di lavoro. Per non parlare delle agenzie interinali che fanno finta di cercare lavoro agli iscritti o li “spediscono” a fare colloqui non idonei al proprio titolo di studi.
Racconto un episodio di un mio caro amico laureato in Economia
Come avrete capito, la telefonata non è mai arrivata, il mio amico è rimasto un mese a Milano, poiché aveva già pagato l’affitto, ha cercato altri lavori, ma con risultati più che deludenti e, infine, è tornato in Puglia.
Questa storia vera è da raccontare al nostro caro Ministro e a tutti coloro che dicono che al Nord si trova lavoro. Io dico: non demordete, perché alla fine il nostro amico pugliese ha trovato un lavoro nella sua regione e migliore di tutti quelli che gli avevano proposto.