L’altra sera guardavo un po’ distratta il finale di stagione della quarta serie di True Blood quando improvvisamente una battuta mi arriva dritta dritta al cuore: “Gli zombies sono i nuovi vampiri”. Fulminante tanto quanto banale. Come avevo fatto a non pensarci prima?
In ogni modo è conclamato, i vampiri ormai sono venuti a noia. Prevedibili nel loro essere stati riciclati, trasformati da creature del male in affascinanti damerini con problemi di coscienza. E quindi avrebbe senso che ora si facessero sotto gli zombie.
Un’altra serie tv, da seconda serata, ma decisamente interessante, è Walking Dead: un poliziotto, l’uomo che fa sempre la scelta giusta (come Jack di “Lost”, tanto per dire), guida un pugno di sopravvissuti alla ricerca di un posto dove fermarsi e ricominciare, in un’America divorata da orrendi zombie purulenti e post-epidemici. Si noti, però, che in questo caso l’eroe che fa palpitare il cuore è ancora un umano, niente di nuovo. Se non che sembra chiaro che l’attenzione delle Major si stia spostando altrove.
Sarà possibile allora trasformare i dondolanti cannibali dagli occhi vuoti in un fenomeno appetibile per il pubblico? In particolare per il pubblico femminile, considerato che l’horror è un genere che ai maschi piace sempre, splatter o no. E che probabilmente per un uomo non sarebbe un problema sognare di girare una mazza da baseball contro una testa nemica per difendersi dal pericolo, mentre sono pronta a scommettere che una donna avrebbe più difficoltà, fosse solo per evitare gli antiestetici schizzi di materia cerebrale.
Ma apriamo gli occhi e guardiamoci ancora un po’ più intorno. Cerco su Urban Dictionary, imperdibile bibbia dello slang anglo_americano, e trovo la voce “Fashion Zombie: una persona con capelli nerissimi, makeup, chiamata più spesso ‘Goth’. Anche un titolo di una canzone cantata dagli the AquaBats (qui parte del testo “These children of the undead look dress for the endless Halloweens / And this horror-like production takes total dedication / Of black clothes and pale complexions / Rock jet black hair to match their make up. / And who can blame them? / They walk the asphalt cemetaries. / These Fashion Zombies. / The must have been born that way”).
E a chi non è venuta in mente a questo punto Thriller di Michael Jackson? Se non erano fashion zombie loro!
In ogni modo non è tutto. Butto un’occhiata alle passerelle. Un’amica mi ha parlato di una nuova “fashion extravaganza”: si chiama Rick Genest, lo Zombie Boy, ventisettenne canadese che a 16 anni cominciò a farsi tatuare sul corpo il disegno di uno scheletro/cadavere in decomposizione. Oggi Rick è diventato famoso per la sua collaborazione con Thierry Mugler e Lady Gaga, entrando prepotentemente nel video di presentazione del fashion show del marchio francese, realizzato insieme al designer Nicola Formichetti, (che si dice abbia trovato Rick grazie alla sua pagina Facebook, sottraendolo ad una “carriera di freak da baraccone”, anche se di questo si potrebbe discutere).
Rick poi ha raggiunto il top comparendo in’ Born This Way della stessa Lady Gaga. Che in effetti interpretando la natura di”fashion zombie” in una chiave sci-fi da Grande Fratello suggerisce un’altra lettura della “zombitudine”, ricordandoci – forse suo malgrado? – che prima di tutto uno zombie mangia il cervello degli altri perché non ne ha uno suo.
E per chi avesse la curiosità di vedere Rick_Rico_the_Zombie “au naturel”, eccolo nella campagna promozionale di un concealer, in cui riesce a mostrarci quanto sarebbe bellino anche senza tutto quell’inchiostro (la sua ambizione è arrivare a coprire l’80% del suo corpo, solo per hobby, senza alcuna altra particolare intenzione). Bellino, dicevo, ma non Zombie, ovvio. E in questo caso evidentemente è un plus.
http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=9mIBKifOOQQ
In conclusione, ammettiamo pure che gli zombie siano ecologici, biodegradabili e sicuramente meno dispendiosi di un decadente e vizioso vampiro, dunque assolutamente perfetti per rispondere alla nostra ansia sociale da Crescita Zero/Non Inquinamento. Ma pare che il prezzo da pagare in termini di “sensibilità e coscienza estetica” per eleggerli come Nuovi Oggetti di Desiderio sia un po’ alto. Putrescina e cadaverina incluse. Io sono amo gli zombie, sia chiaro, e ogni volta che ne abbattono uno mi dispiace un po’. Ma che se ne stiano al loro posto, vale a dire fuori dalle porte altrui.