Videogiochi e minori: ecco le insidie che si nascondono!

Da tempo conosciamo il termine di “stanza dei bambini”, quel posto segreto che i piccoli tendono a costruire per proteggersi dal mondo esterno o semplicemente per viverne uno fiabesco. Quando osserviamo i nostri figli fare il gioco della casetta con le coperte, ci sembra tutto molto tenero e normale, ma “l’artificio della realtà protetta o simulata può generare una finzione più violenta della realtà stessa” (ndr. L’identità consumata-F. Bitetto). Da questo ne scaturisce una riflessione: salvezza e pericolo vanno di pari passo, poiché dal momento in cui ci si nasconde per proteggersi da qualcosa, sorge la “violenza” che il bambino fa contro se stesso rimanendo escluso dalla società, con conseguenze notevoli.

Come sempre il comportamento dei figli parte dall’insegnamento dei genitori: difficilmente un genitore rinuncia ai propri spazi decisionali e questo viene interpretato dal piccolo come un’esclusione dal mondo degli adulti. È importante per un bambino stare con gli adulti ed essere ascoltato da loro, il che non significa crescere come un uomo di 25-30 anni.

La “stanza dei bambini” che citavo prima è molto spesso identificata nel videogioco: realtà virtuale che rappresenta quello spazio non concesso dalla nostra società. Quotidianamente sentiamo mamme e papà che si rivolgono al proprio figlio dicendo: “Ora stai zitto perché devo fare una cosa importante”. Il fatto di non spiegare cosa la mamma è impegnata a fare, porta il bambino a pensare: “Mia madre non mi vuole bene”. Fino ai dieci-tredici anni è complesso capire la priorità delle situazioni se i genitori non sono abituati a chiarirle.

A questo punto se nostro figlio passa ore ed ore davanti ai videogiochi, non occorre chiamare uno psicoterapeuta, bastano poche regole:

  1. Quando si acquista una consolle giochi si deve essere consapevoli delle conseguenze, se il bimbo è timido è sconsigliato questo tipo di regalo;
  2. Dare dei tempi massimi di gioco è alla base dell’utilizzo di tutti i videogiochi o computer, per far intendere che l’uso ripetitivo elimina gli scopi educativi del gioco stesso;
  3. Giocare insieme ai propri piccoli, può essere un modo carino per controllarli e passare un’ora di tempo insieme.

Per il resto, ci vuole buon senso e capacità educative che si possono sviluppare anche leggendo libri sull’argomento provando poi, a metterli in pratica. A fine di ogni giornata sarete orgogliosi di voi stessi e sicuri che il vostro ometto o donnina saprà difendersi da realtà virtuale e d effettiva.

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