Uomini e donne: sentimenti ed emotività a confronto

Uno degli stereotipi più comuni è che le donne siano emotive e gli uomini no, o che le femmine siano più emotive dei maschi.

In molti pensano che le ragazze siano più capaci di “comprendere” gli altri, che interpretino ciò che accade più col cuore che con la mente, provino più facilmente paura, gioia o altre emozioni e che spesso le provino “per un niente”, e che siano emotivamente più espressive (piangano di più, si agitino, etc.), siano meno aggressive, etc.

Ma è davvero così? Quanto emerge dagli studi effettuati a tal proposito, in parte sfata e in parte conferma lo stereotipo.

Quando sono i soggetti stessi a valutare la frequenza con cui provano una certa emozione, o la esprimono a livello fisiologico, verbale o non verbale, le femmine riportano emozioni più intense dei maschi, una maggiore espressività, una maggiore propensione a condividere le proprie emozioni con gli altri, una maggiore frequenza di eventi interpersonali antecedenti dell’emozione; ma quasi nessuna differenza significativa nel tipo specifico di emozione riportata.

Il grado di espressività facciale è maggiore nelle donne: le emozioni da loro provate sono espresse da maggiore attività dei muscoli facciali e sono più facilmente riconosciute come tali da chi le osserva; nei rapporti interpersonali, le donne sorridono di più, guardano di più, si avvicinano di più all’interlocutore. Le donne, inoltre, risultano essere più capaci di decodificare accuratamente le emozioni negli altri.

Nei maschi si osserva, tendenzialmente, una maggiore reattività fisiologica (ad esempio una maggiore attività cardiaca). Nei bambini, sempre come tendenza generale, non sono presenti queste differenze.

L’interpretazione dei dati sopra menzionati non è difficile: maschi e femmine sono diversi nella misura in cui le emozioni che provano, o che riportano, sono “filtrate” dalle loro modi di pensare le emozioni: differenze individuali e storie personali rivestono certamente un ruolo centrale, ma questi “modi di pensare” prevedono regole diverse nell’esibizione delle emozioni, valutazione diverse degli eventi, modalità diverse di espressione, coping e comunicazione delle emozioni.

Le diversità sono riconducibili ai valori uomini donne rapporti emotività amore sentimenticulturali interiorizzati che definiscono le emozioni in rapporto all’identità di genere e di ruolo sessuale. Le strategie di coping sono molto correlate all’identità di genere (maschile, femminile): così, ad esempio, la distrazione come strategia di coping nei confronti di un evento negativo, quale potrebbe essere la fine di una relazione, caratterizza di più i maschi e le femmine “maschili” piuttosto che quelle “femminili”.

La tristezza, per esempio, più intensa e frequente nelle femmine (ed il fatto che loro ne parlino di più), è spiegabile pensando che la valutazione di impotenza e la tendenza a cedere passivamente ad un evento sono tendenze più accettate per il ruolo femminile, piuttosto che per quello maschile; viceversa, gli episodi di rabbia, l’aggressività, l’opporsi fattivamente agli eventi negativi sono più accettati per i maschi.

Allo stesso modo, l’espressività emotiva è un tratto che definisce il ruolo femminile, mentre la razionalità caratterizza quello maschile.

In sintesi, le ricerche finora condotte dimostrano non tanto che uomini e donne sono emotivamente diversi, quanto che essi aderiscono allo stereotipo che li vuole diversi e ciò in tutti quei casi in cui l’identità di genere influisce sulle emozioni provate e comunicate.

Poiché le emozioni sono processi adattivi e soggetti a regolazione, per comprenderle in maniera adeguata è necessario considerare il contesto sociale e interpersonale in cui uomini e donne le provano e le comunicano.

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