Squadra antimafia 5: anticipazioni e segreti svelati da Valsecchi

Non ci siamo ancora rassegnate al finale super aperto della quarta stagione di Squadra antimafia – Palermo oggi. Nonostante siamo certe che il tanto amato vicequestore Domenico Calcaterra (Marco Bocci) è stato tratto in salvo, continuiamo a chiederci se ad aprile la botola è stata Rosy Abate (Giulia Michelini), Claudia Mares (Simona Cavallari) o qualche new entry.

Continuiamo, dunque, la caccia alle indiscrezione e alle dichiarazioni sulla quinta stagione, che effettivamente ci stanno rivelando più di quanto ci aspettassimo.

Il mistero della botola pare sia già stato risolto, o meglio, è stato spiegato il perché della  faccia stupita/sconvolta di Calcaterra nel momento in cui ha visto in faccia il suo salvatore. Dopo aver escluso, infatti, il ritorno nei prossimi episodi del vicequestore Claudia Mares (è stata Simona Cavallari ad annunciare tramite il suo profilo Facebook che la Mares non tornerà), abbiamo saputo che per Domenico sarà stata comunque lei a salvarlo, in quanto Calcaterra, vittima delle allucinazioni a causa del gas nervino, vedrà il suo volto.

Anticipazioni Squadra antimafia 5Un’altra indiscrezione ha poi iniziato a girare sul web: Domenico Calcaterra sarà padre. A questo punto tornano i dubbi su un ritorno in scena della Mares (che era incinta quando è morta), potendo spiegare la dichiarazione della Cavallari come una tattica per non svelare il colpo di scena. Non dimentichiamo, però, che il figlio di Domenico potrebbe essere tranquillamente di Rosy, con la quale il vicequestore ha consumato più di una notte di passione.

A farci riflette ora è però una dichiarazione rilasciata da Pietro Valsecchi a Tv Sorrisi e Canzoni. Il produttore, infatti, alla valanga di critiche arrivate dal pubblico per il finale della quarta stagione, ha risposto durante un’intervista: “Abbiamo deciso di lasciare aperto il finale perché la storia prevedeva così tanti rilanci e colpi di scena che sarebbe stato un peccato non sfruttarli nella quinta stagione”.

Dobbiamo forse iniziare a pensare all’impossibile?

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