S.O.S. mamma: un aiuto per capire le prime parole dei figli

“La, la, la”; “Bla, bla, bla”; “ Oh, oh, oh” sono alcune delle paroline o meglio dei suoni che vengon fuori durante i primi mesi di crescita dei bambini. Difficile comprenderne il significato, ma grande è l’attesa per sentirsi chiamare “mamma” o “papà”.

Ricordo bene questa sperimentazione di suoni della mia sorellina più piccola. Quando è nata, io avevo sei anni e frequentando la prima elementare volevo insegnarle tutte le poesie che conoscevo. Ovviamente, dalla bocca di mia sorella uscivano solo rumori strani che però io riuscivo a comprendere facilmente, più di mia madre. Sapevo sempre se voleva giocare, mangiare o dormire. Ora mi rendo conto che non ho più quella capacità d’intesa con il linguaggio infantile e, solo perchè sono cresciuta.

prime parole bimbiNon sono d’accordo con chi dice che la mamma è l’unica persona che comprende il volere dei piccoli; certo lo intuisce, ma tra bambini è tutta un’altra cosa. Vi siete mai chiesti perché se vostro figlio incontra per strada un altro bambino lo saluta e gli sorride come se lo conoscesse da sempre?! Tra di loro nasce una sintonia con cui noi adulti, non possiamo competere.

Un escamotage per far parte del loro mondo è quello di rivolgersi a lui con frasi e discorsi molto naturali, correggendo i suoi balbettii sin dai nove mesi d’età, quando il piccolo prova a formulare delle frasi più lunghe per attirare l’attenzione. Nomignoli e vezzeggiativi che gli adulti usano nei confronti dei bambini sono apprezzati, purchè non ci si riduca a parlar loro con voce infantile.

Anche la lettura dei libri, dai sei mesi di età è fondamentale per la crescita linguistica: le immagini e la vostra spiegazione lo aiuteranno ad associare oggetti che vede nella realtà al giusto termine.

In situazioni particolari come l’insegnamento di due lingue diverse da parte dei genitori già dalla tenera età, sarà normale il lento apprendimento fino ai 2 anni. La mente del piccolo, dovrà assimilare due modi lessicali e grammaticali differenti. A 4-5 anni, poi, il linguaggio sarà più sciolto e forbito rispetto ai coetanei monolingui.

Quando capita, invece, che il bimbo si perde in ripetizioni di parole, può esser che stia solo giocando o che soffra di una piccola forma di balbuzia. Per evitare che diventi un problema serio, i genitori possono ascoltare il figlio senza interromperlo e rispondergli in maniera lenta e rilassata senza scandire troppo le parole.  Inoltre, sarà opportuno metter in risalto le qualità del bimbo per farlo crescere in un ambiente accogliente.

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