Recita di Natale: si o no? Quando i bambini crescono e socializzano con musica e teatro

Manca poco al momento più atteso da tutti i genitori: guardare i propri figli esibirsi sul palco della scuola raccontando il momento della nascita di Gesù o l’arrivo di Babbo Natale! In maniera Cristiana o no, la recita di Natale è un’occasione di gioia per grandi e piccini.

Molte insegnanti e genitori si chiedono se far salire sul palco il proprio bimbo, così piccolo, non sia solo una necessità degli adulti di vederli ballare e cantare per puro orgoglio personale. Come insegnante di attività motoria, rassicuro tutti quanti sostenendo l’attività teatrale e musicale come strumento di crescita e di socievolezza.

recita nataleA parte le soddisfazioni personali che ricevo quando sono con la mia numerosa classe di 83 bambini di tre, quattro e cinque anni, noto una netta differenza tra i miei alunni ed altri bambini proprio nel sapersi relazionare con i coetanei. La musica sviluppa tranquillità e serenità nel bambino, come la danza fa scoprire il proprio corpo e la recitazione spinge verso l’autonomia. Spesso sento dire da alcune mamme: “Mio figlio è timido, ha bisogno di tempo per abituarsi alla situazione!”. Tutto potrebbe risultare apparentemente normale, ma la timidezza, se non è seguita con attenzione, porta all’isolamento del bambino dal gioco e dalle attività a lui proposte.

La società è in continua evoluzione e cambia molto velocemente, per questo la capacità di adattamento di una persona è importantissima. Un bimbo timido che non viene stimolato ad esprimere le proprie emozioni, potrebbe non riuscire a stare al passo con i tempi. Ecco perché le attività di gruppo e sportive fatte a scuola sono uno strumento bellissimo per insegnare ai piccoli che non ci si deve vergognare di nulla, se non delle cose brutte. Salire sul palco, cantare, danzare sono parte del lato bello della vita.

Non so se vi è mai capitato di fare un colloquio a qualcuno o di subirne uno di gruppo, avrete notato che la persona che tende a comandare o quella che non prende posizione, fanno parte dei profili non tenuti in considerazione dal responsabile delle risorse umane; soprattutto, per incarichi di rilievo. Viene sempre privilegiato chi sa lavorare in gruppo e chi ha la capacità di mediare, esprimendo  la propria opinione.

Oltre ai vantaggi lavorativi, l’ottima comunicazione permette ad una persona di difendersi senza usare la violenza fisica e di riflettere prima di compiere azioni sbagliate.

Se avessi un figlio, non mi interesserebbe molto se fosse un genio nello sport, a scuola o nella musica; ma sarei  tranquilla nel lasciarlo con altri amichetti senza ritrovarlo pieno di lividi e graffi. Chi sa difendersi con le parole evita anche coetanei maldestri e vivaci.

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