Quello che non ho: le parole di Fazio e Saviano (Aggiornamenti Live)

Ci siamo, pochi minuti e ricomincia l’avventura di Fazio e Saviano in TV, con Quello che non ho di sicuro molti televisori italiani stasera saranno sintonizzati su La 7. E noi, così come abbiamo fatto per tutti i grandi eventi, abbiamo deciso di seguire assieme a voi anche queste tre serate speciali. Che sia un successo o un flop, non lo sappiamo ancora, ma vogliamo scommettere sulla professionalità e la qualità che sia Fabio Fazio che Roberto Saviano hanno dimostrato di avere. E poi, ci saranno Elisa, Luciana Littizzetto e le parole che noi abbiamo inviato su Facebook.

Inoltre, molti dei temi pre-annunciati saranno molto vicini a noi donne. Quindi, cominciamo questa cronaca con Fabio Fazio e Roberto Saviano che presentano Quello che non ho al TG di Mentana.

AGGIORNAMENTO — Ore 20.29 Si parte con Roberto Saviano e Fabio Fazio al TG La7 —
Roberto Saviano parla della decisione di fare un programma nuovo, con il coraggio di fare tre serate di fila e dice che anche il luogo delle officine torinesi scelte non è affatto casuale, perché ognuno porterà le parole che saranno le protagoniste del programma. Mentana pungola Saviano, che dice di non avere stima di Ferrara che sul Foglio stamattina aveva stroncato Saviano e questo suo nuovo spazio in TV. Insomma, domani non mancheranno le diatribe sui giornali di centro destra che spesso hanno attaccato Saviano. Fabio Fazio si limita a fare il co-conduttore e ricorda Enzo Biagi, sempre presente nei programmi della coppia. Fazio non svela la parola con cui cominceranno… Tocca aspettare ancora un po’ per scoprire come comincerà questa nuova avventura. Adesso come “intermezzo” c’è Otto e Mezzo di Lilli Gruber.

AGGIORNAMENTO — Ore 21.12 Si comincia con Fabio Fazio —
Ci servono parole per pensare, per amare… Mentre abbiamo parole anche per uccidere, sono queste le prime parole lette da Fabio Fazio, quelle che aprono Quello che (non) ho, una filastrocca di Gianni Rodari. Comincia così la nuova avventura di Roberto Saviano e Fabio Fazio su La7. In diretta dalle  Officine grandi riparazioni di Torino. Adesso, un saluto a Dori Ghezzi, scenografia essenziale e audio “teatrale” molto tranquillo. Questo è un raduno di persone che hanno scritto ciascuno una parola per il programma, perché pensiamo che le parole abbiano perso il proprio significato più autentico, così continua Fabio Fazio.

AGGIORNAMENTO — Ore 21.15 La prima parola è Crescita 
Dopo la prima parola appare in studio Roberto Saviano e la prima parola per lui è “interloquire“, con riferimento al suo attacco alla Lega dello scorso hanno, che interloquiva con ‘Ndrangheta: uno dei migliori moltiplicatori di ricchezza. Quindi, interloquire è una parola che può non piacere, ma è vera! E via con la sigla… Quello che (non) ho!

AGGIORNAMENTO — Ore 21.20  — Parte la sigla con le immagini della rivoluzione araba
Lil Azang Zangané
, non sappiamo se abbiamo scritto in maniera corretta la prima ospite la scrittrice iraniana, che parla del bacio, lei che viene dall’Iran, dove baciarsi è reato. Si parte con una donna, buon segno! E si passa a Cesare Moreno, docente di Napoli dove il lunedì molti studenti non vanno a scuola e porta la parola sputo.

AGGIORNAMENTO — Ore 21.25  — Pier Francesco Favino sul palco
Monologo di Pier Francesco Favino che parla delle parole che una bambina deve ascoltare nella propria vita: strada, pane, nuvola, kaleidoscopio, cielo, almanacco, dirigibile, stelle, ristorante, fiume, giostra, spaventapasseri, capriola… Ecco alcune parole che potremmo dare per scontate, ma che molti bambini e bambine non hanno la possibilità di ascoltare. Insomma tutto quello che serve per poter raccontare la parola “vita“.

AGGIORNAMENTO — Ore 21.25  — Fabio Fazio e le parole che una bambina non dovrà conoscere
Burlesque, faccendiere, spread, risorsa umana… ecco le parole che Fabio Fazio augura ad una bambina di non ascoltare. Insomma, Berlusconi non sarà più premier ma le frecciatine alla sua vita “dissoluta” non mancano anche stasera. Futon… il divano!? Ed ecco il primo momento musicale con Elisa, che suona al piano forte “It’s not time…” Father and Son. Dopo queste primi 10 minuti potremmo dire che è un programma normale, senza ritmi esasperati, in cui ogni istante dà il gusto di qualcosa. La voce di Elisa poi è sempre un piacere da ascoltare, soprattutto, quando dona qualcosa di speciale anche a capolavori stranoti.

AGGIORNAMENTO — Ore 21.33  — La voce di Elisa trasmette emozioni…
Dopo il brivido che la voce di Elisa ci ha regalato, ritorna Roberto Saviano per il suo primo monologo della nuova trasmissione: lavoro e vita, senza queste parole esiste solo paura e insicurezza, richiama la frase di John Lennon lo scrittore napoletano. E si finisce per parlare dei suicidi, e Saviano lo fa con molto tatto e al contempo con decisione, ma non lo giustifica e parla giustamente anche del rischio emulazione. I suicidi in Italia avvengono per motivi legati alla crisi economica.

AGGIORNAMENTO — Ore 21.35  — Gli imprenditori e la propria azienda
Saviano racconta la morte dell’imprenditore, che avviene nella propria azienda, quando tutti i dipendenti sono andati via… insomma, un legame indissolubile con la propria realtà aziendale. E Saviano si rivolge al Governo perché apra degli sportelli di supporto che aiutino ad affrontare il fatto di essere in “debito”. Anche perché le imprese oneste sono quelle più fragili, perché non hanno approfittato di capitali “sporchi”, come quelli mafiosi. E spesso messe in difficoltà dai pagamenti “dilatati” proprio dallo Stato, e questo impone agli imprenditori di creare debito per pagare gli operai e le tasse… E poi arrivano le banche, che chiudono i rubinetti. La crisi è causati da errori non generati dall’imprenditore, che viene strozzato dai crediti. Adesso parla di Schiavon uno dei primi suicidi tra gli imprenditori.

AGGIORNAMENTO — Ore 21.35  — Le parole della figlia di un imprenditore…
Parole di donne, lette da Francesca Einaudi, la lettera di Laura Camiozzo figlia di un imprenditore della provincia di Vicenza che si è tolto la vita impiccandosi. Un uomo che voleva innanzitutto pagare i propri dipendenti, e che quando non ha potuto più fare questo ha deciso di morire “per amore della sua azienda”.

AGGIORNAMENTO — Ore 21.40  — Francesca Eianaudi si emoziona davvero
Sembra che l’attrice si stia emozionando davvero leggendo le parole di Laura Camiozzo, e la sua chiusura è un fendente al cuore di tutti gli spettatori. Torna Saviano che racconta di Speranza al Lavoro, un’associazione che tenta di aiutare le imprese in difficoltà. Adesso si passa alla Aspide SRL una società finanziaria della Camorra, che strozzava gli imprenditori in Veneto, con interessi del 120% su base annua.

AGGIORNAMENTO — Ore 21.50  — Aspide Srl l’agenzia dello strozzinaggio

I Casalesi incutevano terrore alle persone per poter entrare in possesso della aziende, il tutto con l’apparenza di un’operazione finanziaria, ma in realtà con lo strozzinaggio e la violenza. Si parla di inchieste che non parlano di morti, ma che spesso hanno ucciso l’economia di alcune zone del nostro Paese. E Roberto Saviano ci tiene a sottolineare che non si parla di Calabria o Sicilia, ma di tante regioni del Nord. Frecciata di Saviano che si rivolge al Governo dicendo che per la prima volta da quando è una persona adulta si può rivolgere a persone autorevoli, cosa che dunque non poteva fare prima con Berlusconi (e come dargli torno?).

AGGIORNAMENTO — Ore 21.55  — Saviano provato parla di quando si dà allo Stato
Le leggi devono difenderci e consentirci di produrre, di creare. Le mafie tolgono, non danno! Le mafie distruggono il libero mercato, il talento, condizionano il voto. Le Mafie uccidono la società in poche parole. Piero Calamandrei viene letto da Roberto Saviano, che racconta della vicenda di Danilo Dolci che aveva scioperato “lavorando”, il vero sciopero da attuare laddove non c’è lavoro. Finora lo Stato non è mai apparso alla povera gente come lo Stato del Popolo – Piero Calamandrei.

Ore 22.00  — Arriva Luciana Littizzetto
Ancora pochi minuti di pubblicità e dopo in studio arriverà “il tifone” Luciana Littizzetto, vedremo stasera come si comporterà la peste che fa impazzire Fabio Fazio a Che Tempo che Fa…

Ore 22.05  — Si riprende con un saluto a Fassino e arriva… – 
Fabio Fazio parla dei simboli di Torino, ed ecco arrivare Lucianina Littizzetto con uno dei suoi soliti abitini neri. Cosa ci attende stasera?  Siamo a Torino, in una fabbrica senza nemmeno un operaio se lo sapesse Marchionne impazzirebbe di gioia. Luciana parte con la prima “vangata” sui piedi dell’AD di FIAT. Luciana adesso punta il sindaco Fassino, che potrebbe mirare a “farsi” Carlà adesso che Sarkozy ha perso, c’è il rischio che torni a Torino. Si passa all’unico neo di questa trasmissione: Fabio Fazio. La coppia Fazio e Saviano secondo la Littizzetto è una nuova coppia Gay, perché è noto che tra i due c’è qualcosa di tenero.

Ore 22.15  — La parola DONNA la porta sul palco Luciana Littizzetto –
Non ho mai avuto invidia del pene, al massimo nostalgia… quando si tratta di bastonare gli uomini Luciana ci va giù pesante, così dopo aver detto che non ha ma invidiato gli uomini, passa a parlare delle “difficoltà” delle donne nelle diverse parti del mondo, perché per essere una donna in quelle condizioni ci vogliono due palle così. Arriva l’attacco all’immagine della donna in TV, che in molti spot è davvero penosa… dalla plin plin alle perdite in ascensore. Dal mutandone al tanga, il primo caso di decrescita felice. E ricorda le 55 donne uccise dall’inizio dell’anno, ogni due tre giorni c’è un uomo che uccide una donna, perché la considera di sua proprietà, perché non tollera l’autonomia di noi donne. Ma il problema siamo noi donne perché quando ci innamoriamo non capiamo più niente. UN UOMO CHE TI PICCHIA NON TI AMA, E’ UNO STRONZO E BASTA.

Ore 22.25 Raphael Gualazzi canta Summer time
Si ritorna ad uno spazio musicale, affidato ad un insolito pianista: Raphael Gualazzi. Quello che non ho è un programma soft, arioso, che invita a rilassarsi mantenendo la mente attiva. Certo, dopo una giornata di lavoro non è semplice seguirlo, ne tanto meno restare svegli. Ma nel complesso tutto è gradevole, certo non è facile da guardare come Amici di Maria De Filippi o uno spettacolino del sabato sera.

Ore 22.30 Si torna alle parole con… Pupi Avati
Arriva il maestro Pupi Avati, che porta con sé la parola sempre. Una parole enorme, sacra, una parola che dilata il tempo e rende equidistante il passato e il futuro.

Ore 22.35 Carlo Petrini direttamente dal Palazzo di vetro dell’Onu
La sua parola non può che essere Terra, Carlo Petrini fondatore di Slow food, racconta la sua terra. La terra non appartiene a nessuno, i suoi frutti appartengono a tutti, eppure, l’avidità di pochi distrugge la bellezza del paesaggio e la fertilità dei suoli. Gli umili, cioé coloro che si prendono cura della terra, spesso considerati l’ultima ruota del carro, eppure sono loro che producono il cibo, l’energia della vita.

Ore 22.38 #qchenonho l’hashtag ufficiale
Su Twitter il programma di Fazio e Saviano viene seguito con l’hashtag #qchenonho e a vedere il flusso di commenti, tra critiche positive e non, moltissimi italiani stasera sono sintonizzati su La 7.

Ore 22.40 L’entusiasmo dell’impossibile…
Ermanno Rea parla di un suo personaggio, cioé perseguire fino in fondo la ricerca e la creazione di una propria utopia. Viva l’impossibile.

Ore 22.42 Massimo Gramellini, la parola del giorno Forza
Non la forza bruta, ma la forza d’animo dei fragili. La forza femmina, e sembra che Gramellini stia parlando della Merkel, che sicuramente è stata la protagonista della giornata. Più asili nido, scuole migliori e aiuti alle famiglie in difficoltà, no non è la Merkel è la donna dell’SPD che ha vinto domenica in Nordreno Westfalia. Gramellini parla di Hannelore Kraft, donna che ha battuto la Merkel e forse ha cambiato gli equilibri dell’Europa.

Ore 22.50 Ritorna Saviano con il suo secondo monologo
I bambini di Beslan un momento che ricordo ancora di aver vissuto con i brividi e la pelle d’oca, anche se era una scuola lontanissima dalla nostra Italia, quei bambini mi hanno davvero suscitato pietà. Era il primo settembre 2004, il primo giorno di scuola, in Russia è un giorno di festa. Mille persone chiuse in una palestra, ammassate lì dai terroristi ceceni. Le due donne con le cinture esplosive si fanno esplodere ed uccidono tutti gli uomini “adulti”. Il Governo Russo dichiara che gli ostaggi sono poche centinaia, ma in realtà si tratta di migliaia di bambini presi in ostaggio.

Ore 23.00 Il peso della morte dei bambini di Beslan nella voce di Saviano
La voce di Saviano nel raccontare la tragedia di Beslan è appesantita, quei giorni dei bambini rinchiusi senza acqua in una vera e propria fornace non è certo cosa semplice da raccontare. I terroristi usano i bambini per difendersi, ma l’esercito russo aveva il compito di abbattere i terroristi senza tenere conto dei bambini sulla linea di fuoco. Delle vittime poco importa e ad oggi ancora non si sa chi abbia dato l’ordine di fare fuoco su quei bambini: 334 morti, 186 bambini… quasi 10 classi finite in un attimo. Per non parlare di feriti ed invalidi… Mentre l’inchiesta russa dava tutte le colpe ai terroristi.

Ore 23.07 Susanna Dudyeva presidente associazione mamme di Beslan
Fabio Fazio chiede ad una delle mamme di Beslan cosa si aspetta dalla battaglia che stanno portando avanti dopo otto anni. Lei dice che vogliono sapere come mai sia possibile che uno stato come la Russia abbia permesso che si verificasse una tragedia simile. Come mai un atto terroristico annunciato dall’intelligence fosse stato ignorato. La parola figlio/bimbo è la parola più importante e come potrebbe essere diversamente per chi ha perso un figlio?

Ore 23.15 The sound of silence
Dopo un racconto come quello sui “bambini di Beslan”, non ci può che essere il suono del silenzio per riflettere su cosa accade attorno a noi.

Ore 23.25 Politica: Marco Travaglio vs Gad Lerner
Comincia Travaglio, con la sua anti-politica che è la politica che stiamo vivendo e subendo un po’ tutti in questi anni. Marco Travaglio tiene fede ai suoi monologhi da Servizio Pubblico, e infila una sfilza di corto circuito cui dà adito la nostra classe politica. La politica è governare e non comandare ed è difendere il dissenso delle minoranze. Ma perché alla fine Travaglio ha quella faccia da secchione, che pensa “tiè sono il migliore!”.

Ore 23.30 Gad Lerner e la sua prima volta al voto…
Gad Lerner racconta di quando ha ricevuto la cittadinanza ed ha potuto votare.  Racconta di ciò che ha visto in Polonia, il grande sindacato Solidarność cioé solidarietà, questa è la politica. Monti il tecnico dei numeri, Grillo il tecnico della comunicazione. Bella la similitudine che ha tirato fuori Gad Lerner, dovrebbe farci riflettere.

Ore 23.35 La verità su un “pomodoro”
Un giovane proveniente dal Camerun, che studia ingegneria al Politecnico di Milano, che è finito a Nardò nel luglio del 2011 per raccogliere i pomodori che noi tutti mangiamo. Racconta delle 15 ore di lavoro per meno di 20 euro, ecco ciò che ha scatenato la disperazione di Rosarno in Calabria e le situazioni difficili nel casertano.

Ore 23.40 arriva la Finanza con la satira di Paolo Rossi
Ammetto che spesso il comico genovese non lo capisco, quindi, se sbaglio qualche valutazione perdonatemi! Paolo Rossi che parla di finanza, beh mix azzardato. La grande finanza è come il monopoli, quelli che vanno in prigione al momento giusto sono quelli che vincono. La finanza è la scienza di far passare la moneta di mano in mano fino a quando non sparisce.

Ore 23.50 Momento Litfiba
Quello che non ho versione Rock. E Piero Pelù lancia il suo messaggio politico, oggi FIAT significa Famiglie Italiane Abbandonate a Torino… E come dargli torto?

Ore 00.00 Arriva Landini segretario generale della FIOM
La sua parola è freddo, il freddo di chi ha lavorato all’aperto d’inverno. Fare il sindacalista non è un mestiere, bisogna credere nella giustizia sociale e soprattutto volere bene alle parole che rappresenti. E parte il discorso di Robert Kennedy, interpretato in italiano da Pier Francesco Favino. Il Pil  non tiene conto della salute dei nostri bambini, non include la bellezza della nostra poesia… Non misura ne il nostro ingegno ne il nostro coraggio… misura tutto, eccetto ciò che rende la vita degna di essere vissuta.

Ore 00.05 Si arriva alla scuola… E’ fare un kilo di pane con un grammo di farina
Scelgo la parola scuola perché quello che ho è la speranza. Quello che non ho dice Saviano è l’idiozia di credere che sparare alle gambe a qualcuno porti giustizai; quello che ho facendo bene bene i conti è la Repubblica 2.5, quello che ho è la sensazione che stia per succedere qualcosa, quello che non ho più è una libreria nel mio quartiere, quello che non ho è dover pregare per avere la ricevuta in un ristorante. Quello che ho è un programma in Tv… e Luciana Littizzetto: quello che ho è il 34 di piede, quello che non ho sono le scarpe della giusta misura, quello che ho la voglia di rompere ancora i maroni ad eminence. Quello che ho il rispetto per alcuni sacerdoti, quello che non ho come italiana sono i soldi dell’IMU della chiesa.

A domani sera… Quello che non ho è la nostalgia, quello che ho è la malinconia, quello che ho capito è che Europa è una parola greca che significa sguardo ampio… Quello che ho fin da bambino è il desiderio che arrivino i marziani. Quello che ho il comune di Casal di Principe sempre commissariato. Quello che non ho è uno stacco di coscia di un chilometro, quello che non ho è sentire un politico che dice che la colpa è sua. Quello che ho è la diossina che hanno sversato in Campania, Calabria e Puglia. Quello che non ho è Antonio Tabucchi. Quello che non ho più è Peppe D’Avanzo. Quello che ho è che abbiamo sono i libri. Quello che ho imparato da D’avanzo è che i fatti non sono mai al sicuro nelle mani del potere. Quello che ho è un Presidente della Repubblica di cui sono orgoglioso. Quello che ho è la voglia di salutare i lavoratori dell’Asinara, quello che ho è la voglia di ricordare Stefania Raia. Quello che ho sono le mie parole.

Quello che ho è la voglia di dirvi che ho tanto tanto sonno!

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2 Comments

  • Forse nemmeno Saviano ha la verità rivelata.. vedo che ha detto: “Ma è certo che «sempre più suicidi in Italia avvengono per motivi legati alla crisi economica, ed è un problema che riguarda tutti»”, ma giusto oggi viene fuori una notizia, cito da Il Salvagente:
    http://www.ilsalvagente.it/Sezione.jsp?titolo=Crisi+e+suicidi%3A+nessun+boom%2C+quest%27anno+sono+meno+del+2010&idSezione=15816
    Crisi e suicidi: nessun boom, quest’anno sono meno del 2010

    In verità, il “dato numerico” in sé potrebbe essere commentato in vari modi, non è del tutto univoco, comunque quello è ed al momento non vado oltre.

    Stamani però alla trasmissione radio Caterpillar una signora parlando dei suicidi faceva un’osservazione che mi pare intelligente, grossomodo questa: “io credo che sia semplicistico ridurre un suicidio ad un problema economico, in genere ci sono molti altri motivi intorno che fanno si che una persona arrivi al suicidio”. Penso intendesse dire che una persona che si suicida è una persona che si è trovata “sola ed impaurita”: a volte potrebbe essere sufficiente avere il coraggio di parlare delle cose col proprio coniuge, o con qualcuno. In questo Saviano ha ragione, serve qualcuno che “ascolti”. ciao

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