Piero Guidi: un angelo o un fantasma?

Le sue borse sono note un po’ a tutti grazie alla particolare fantasia circense con cui si sono affermate sul mercato. Dal sito ufficiale dell’azienda, però, sono poche le notizie che riguardano il fondatore di questa fashion company. Le recensioni sulle riviste americane e asiatiche ci confermano che il marchio  si è affermato positivamente, da pochi anni, in Cina e in Giappone con la linea “Angeli del nostro tempo”.

piero guidiPiù che di angeli io parlerei di fantasmi, date le poche notizie rintracciabili su Google riguardo l’azienda. Ciò che è certo è che il marchio nato da circa 15 anni, da poco sta puntando sulla comunicazione come elemento di espansione in Asia, America e Europa grazie a Giacomo Guidi, il direttore artistico e il creativo della maison.

In Italia difficilmente vediamo cartelloni pubblicitari delle linee Piero Guidi e, solo attraverso le riviste di moda siamo a conoscenza dell’ultima linea Bold che ha avuto come testimonial Wim Wenders coinvolto da Michelangelo Antonioni, che aveva posato per la campagna precedente.

Anche Muhammad Alì, Capirossi e Battiato sono stati testimonial del marchio proprio per rimanere nel tema di grandi personaggi che hanno fatto la storia nei diversi campi artistici.

Molto chiacchierato, al contrario dell’azienda in se per se, è l’ultimo punto vendita aziendale aperto a New York e che s’ispira a Piero della Francesca ed è stato creato da Thomas McKay, architetto di Jimmy Choo. Per l’ispirazione McKay ha visitato la Galleria Nazionale delle Marche dove è stato attratto dal quadro “Città ideale” e ne ha così imitato le proporzioni e la divisione degli spazi per il monomarca.

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