Il confort-food, ovvero quando il cibo diventa comunicazione

Si è sempre chiamata fame compulsiva, o anche carenza d’affetto, oppure fame nervosa. Oggi lo chiamano confort-food. È quel cibo dolce e grasso che fa tanto bene al cuore ma tanto male al corpo. Quali sono le situazioni in cui il confort-food la fa da padrone? Prima di tutto c’è una differenza di sesso da operare, perché le donne sono molto più soggette a questo tipo di ‘disturbo’, mentre i maschi sono quasi immuni alla ricerca di consolazione o piacere nel cibo.

confort-foodSarà per la diversa natura o per la composizione ormonale maggiormente variabile, ma le donne usano il cibo in modi e maniere molto diverse rispetto agli uomini. Uno dei motivi principali e forse culturalmente condizionato, è che la donna con il cibo ha un rapporto privilegiato: la mamma che cucina usa il cibo come veicolo privilegiato per prendersi cura della famiglia, la donna con il ciclo o con la sindrome premestruale è, il più delle volte, un contenitore tritarifiuti che ingurgita qualunque cosa, la ragazza che ‘ha bisogno di coccole’ arriva addirittura ad intingere pane raffermo nel barattolo dello zucchero (è un fenomeno sempre più diffuso!) in mancanza d’altro.

È così che il confort-food assume un’importanza rilevante nella vita quotidiana delle donne, portando con sé una lunga serie di strascichi che vanno: da comune e inutile senso di colpa per aver mangiato i biscotti della colazione la sera a letto, al conseguente inconveniente di non aver nulla con cui fare colazione la mattina dopo, perché i biscotti sono finiti la sera prima.

Ma è anche vero che intorno al cibo, soprattutto quello dolce, sono legati riti e ricordi che spesso ci portiamo dietro per la vita. La mamma che con il coltello si toglie l’impasto della pasta frolla dalle dita e la bambina che pensa nella sua piccola testa di 8 anni “Attenta che ti tagli!”; le meringhe lasciate al forno tutta la notte perché si è troppo stanchi per controllarle, così che la mattina seguente la casa ha un odore di caramello bruciacchiato misto a profumo di pane fresco che viene dal forno vicino; le amicizie nate nel cibo, quando due persone più o meno sconosciute scoprono di essere anime gemelle, davanti ad un piatto di ravioli con secondo di ‘patate con contorno di patate’; un film strappalacrime visto gustando una tazza di caffè con panna, mentre si scaricano le tensioni adolescenziali che in quel momento sembrano insormontabili; il piacere di fare una mega spesa a base di patatine e popcorn perché tra poco al cinema proiettano Il Ritorno del Re e bisogna essere preparati…

E poi diciamo le cose come stanno, quando il confort food è consumato in compagnia assume un altro sapore, soprattutto quando è fatto in casa ed accompagnato da amene chiacchiere o discorsi sui massimi sistemi del nostro microcosmo. Chiacchierare aspettando che la ciambella si cuocia non fa altro che aumentare il gusto di quella ciambella e di quelle chiacchiere!

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