I Nuovi Mille: il nuovo programma di Rai 2 per i precari… e basta?

Stasera su Rai 2 parte il nuovo programma di attualità I Nuovi Mille, condotto dalla giornalista Federica Cellini: appuntamento a mezzanotte e mezza ogni giovedì, per 10 puntate. Il programma, realizzato da Giovanni Minoli con la sua Struttura Rai 150, che si occupa dei contenuti editoriali dei festeggiamenti per i 150 anni dell’Unità d’Italia, nasce con l’ottica di avviare un dibattito e una riflessione costruttiva sui temi del precariato e della condizione giovanile nell’Italia contemporanea.

federica celliniGiovani, insomma, appassionati e coraggiosi come lo erano i Mille di Garibaldi, che tentano di scuotere le acque dell’indifferenza e dell’atarassia della classe dirigente – o semplicemente di qualche generazione più vecchia – attraverso le loro storie personali che per l’occasione si trasformano in materia di dibattito televisivo, grazie all’intervento di ospiti autorevoli e qualche volto noto (in prima puntata ci saranno Alberto Maria Banti, professore di Storia all’Università di Pisa e l’attore Valerio Mastandrea).

L’intento della trasmissione, chiariamolo subito, è onorevole. C’è poco spazio, infatti, nella TV del servizio pubblico che si dimentica spesso di alcune fette di spettatori e di gruppi sociali, quindi ogni intervento riparatore in tal senso è bene accetto. L’unico neo sta, come sempre, nell’orario di programmazione della trasmissione. A prescindere dal discorso sempre rilevante della “dittatura dell’Auditel” nel determinare quali programmi sono meglio spendibili in prime time – la Rai del resto è in parte privata, quindi la logica di marketing qualche volta prevale – è proprio l’intento concettuale del programma a venire meno.

Riuscirà, mi chiedo, a sollevare un dibattito e una riflessione trasversali, indirizzandosi principalmente a tutti coloro che ignorano più o meno volutamente il problema della precarietà? Oppure sarà, come spesso accade durante la seconda serata televisiva “inoltrata”, il solito chiacchiericcio autoreferenziale e diretto solo ai giovani precari? Io, ad esempio, lo vedrò di sicuro, anche se dubito che riescano a dirmi qualcosa di nuovo. I miei genitori? Non penso proprio. Semmai glie lo racconto.

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