Re della Terra Selvaggia: il film di Benh Zeitlin fa tremare i colossi (recensione)

Capita di rado che i mostri sacri del cinema siano spaventati da un piccolo film indipendente durante la grande stagione dei premi. Quest’anno invece il film di Benh Zeitlin, Re della Terra Selvaggia, sembra capace di far tremare colossi del calibro di Steven Spielberg e Ang Lee.

Il film, dal titolo originale Beasts of the Southern Wild, è partito ‘col botto’ lo scorso anno al Sundance Film Festival, vincendo il premio per il miglior film e spostandosi poi al Festival di Cannes dove ha portato a casa la Camera D’Or per il miglior esordio. Si tratta infatti di un’opera prima, il primo lungometraggio in assoluto di questo giovane regista, appena 30 anni, che il prossimo 24 febbraio si troverà a concorrere contro Spielberg, Lee, Michael Haneke e David O. Russel per l’Oscar alla migliore regia.

Ebbene si, l’opera prima, il film indipendente proveniente dalla Louisiana ha sbaragliato la concorrenza arrivando a ben quattro nomination agli Oscar, tutte i categorie importantissime. Il film gareggia infatti per la migliore sceneggiatura non originale (è tratto da una piece teatrale, per la migliore attrice protagonista (la candidata al premio più giovane di sempre Quvenzhane Wallis), la migliore regia e il miglior film.

Ma perché il film ha fato tutto questo scalpore? È davvero così bello? Nella storia seguiamo le avventure di Hushpuppy, una bambina di 5 anni che vive nella Grande Vasca insieme a suo padre. La Grande Vasca è quella regione a sud della Louisiana in cui gli uragani e le tempeste tropicali sono quasi all’ordine del giorno, e distruggono ogni cosa.

Nel film la bambina impara a re della terra selvaggiasopravvivere e a convivere con il suo ambiente naturale, aiutata da un padre severo e spaventoso, ma a tratti molto tenero e affezionato alla sua unica figlia. Il film ha una sincerità tale da scavare nell’animo e può essere considerato un perfetto esempio di neo-realismo fantastico, in cui la dura realtà della lotto quotidiana per la sopravvivenza contro una natura ostile, viene mitigata dalla fantasia infantile con una storia di mostri e creature malvagie che solo un vero abitante della Grande Vasca può sconfiggere.

La tenerezza e allo stesso tempo la crudeltà del racconto in un primo momento scioccano lo spettatore, per poi ingigantirsi e crescere dentro al cuore di chi si è lasciato affascinare dalla storia. E questa forse è la chiave del successo, la più grande qualità del film che speriamo arriverà sul tetto di Hollywood durante la prossima, magica serata di assegnazione degli Academy Awards.

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