ISTAT: disoccupazione al Sud, le donne sono le più penalizzate

Non è la prima volta che si parla di disoccupazione nel Mezzogiorno, già in un articolo precedente ci siamo soffermati sulla criticità nel trovare un posto di lavoro al Sud. Tali difficoltà triplicano se a cercare impiego sono donne di età compresa tra i 18 e i 29 anni.

Gli ultimi dati trimestrali dell’Istat, infatti, hanno confermato il consueto distacco tra il tasso di occupazione del Nord rispetto a quello del Sud; rispettivamente il 45,7% contro il 20,7%.
Come di consueto, le cifre parlano chiaro ed evidenziano il gap crescente di un Sud dove le donne under 30 ancora disoccupate ammontano al 39%.

Questo dato risulta ancora più preoccupante perché, sebbene i tassi di occupazione al Sud non siano mai stati alti, i risultati delle ultime statistiche rivelano che una quota così bassa non si registrava dal secondo trimestre del 2004.

Quindi, se la realtà dei fatti non disoccupazione delle donne al Sudbasta a fornire un quadro chiaro della crisi al Sud, lo hanno fatto i dati dell’Istat raccolti da aprile a giugno, dal quale si evince che in Italia le più penalizzate sono sicuramente le giovani donne del Meridione.

Quest’ultime non sono solo penalizzate dalla mancanza della richiesta di lavoro, ma, una volta trovato, devono accontentarsi di un posto precario o addirittura  sorvolare su aspetti importanti, accettando di lavorare senza contratto e con il rischio di essere “licenziate” in qualsiasi momento.

Insomma, mentre in Italia si parla tanto di “Crescita 2.0” al Sud si lotta ancora per la sopravvivenza.

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