Banksy saluta New York dopo il suo esperimento Better out than in

Dopo il vivacissimo mese di ottobre che l’irlandese misterioso, lo street artist Banksy, ha regalato alla città di New York, l’artista riparte, lasciandosi dietro non poche tracce del suo esperimento cittadino. Ma il suo arrivederci alla città che non dorme mai non è passato inosservato.

Infatti l’artista ha realizzato la sua ultima opera nel Queen e ha lanciato sul suo sito un appello per salvare 5pointz, una zone, proprio nel Queens, ricca di graffiti, che verrà a breve demolita per lasciare spazio ad una zona di edifici di lusso. Così Banksy ha scritto sul suo sito: “E questo è tutto. Grazie per la vostra pazienza.Salvate 5Pointz. Ciao”.

Una frase semplice e una richiesta chiara hanno messo fine all’esperimento lungo un mese che ha avuto come teatro privilegiato New York e che ha preso un titolo molto significativo, “Better out than in” (meglio fuori che dentro), come a voler dire che la forma comunicativa della street artist, suo principale veicolo di pensiero e di comunicazione, deve essere esternata, andando fuori da sé e non rimanendo dentro. Ma non solo una dimensioni intima, new york cityla dichiarazione di Bansky è anche una richiesta di portare l’arte per strada e non solo all’interno delle mura dei musei e dei luoghi deputati chiusi al pubblico.

Trai sostenitori illustri dell’artista ci sono Kate Moss e Christina Aguilera, che amano così tanto l’anonimo street artist che hanno esposte in casa sue opere. Ma in questo mese Bansky si è fatto anche qualche illustre nemico, come il sindaco di New York Michael Bloomberg, che ha identificato le opere di street art come una segno di decadenza.

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